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L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale Generativa nelle operazioni straordinarie
15 ottobre 2025 | Legge applicabile: Italia, Unione Europea | 5 minuti di lettura
In un contesto aziendale in continua evoluzione, l’innovazione tecnologica sta ridefinendo profondamente il modo in cui vengono gestite le operazioni straordinarie. Tra gli strumenti più innovativi e trasformativi emerge l’Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI), che sta rapidamente superando il semplice ruolo di analisi dati per assumere un ruolo attivo nel supporto alla redazione e alla gestione legale.
Intelligenza Artificiale Generativa: molto più di una semplice due diligence
Sebbene la GenAI abbia già compiuto notevoli progressi nell’automazione dei processi di due diligence, le sue applicazioni si estendono oggi ben oltre quanto si immagini. Aziende di primo piano e team legali stanno sperimentando strumenti di GenAI per la redazione di documenti contrattuali fondamentali, in particolare accordi di non divulgazione (NDA), term sheet e verbali societari. Inoltre, stanno emergendo piattaforme AI in grado di individuare potenziali rischi e persino suggerire formulazioni di compromesso per la definizione dei testi contrattuali.
Queste funzionalità, potenziate dall’AI, promettono di migliorare significativamente velocità, efficienza e precisione — elementi essenziali in operazioni complesse dove il fattore tempo è determinante.
Rischi legali critici e sfide nell’adozione della GenAI
Nonostante il potenziale innovativo, l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale Generativa nell'attività legale comporta rischi sostanziali che richiedono una gestione consapevole:
- Riservatezza e sicurezza dei dati: L’upload di informazioni aziendali sensibili su piattaforme AI, soprattutto cloud di terze parti, comporta rischi significativi di data breach o utilizzi impropri. Ad esempio, clausole riservate di un’operazione potrebbero essere accidentalmente divulgate se non sono garantite adeguate misure di segregazione e crittografia dei dati.
- Accuratezza e responsabilità: I documenti generati dall’AI possono contenere errori, formulazioni ambigue o riferimenti normativi non aggiornati. Per esempio, un NDA creato dall’AI potrebbe non includere clausole giurisdizionali fondamentali, esponendo le parti a potenziali contenziosi inattesi.
- Deontologia professionale: La professione legale è regolata da rigide norme deontologiche in materia di riservatezza, esercizio della professione e dovere di diligenza. L’impiego dell’AI senza un’adeguata supervisione può infrangere tali obblighi. A livello globale si sta discutendo sempre più sull’opportunità di definire limiti precisi al ruolo dell’AI nella consulenza legale.
- Bias e imparzialità: I modelli AI addestrati su dati storici rischiano di replicare pregiudizi che possono influenzare l’equilibrio dei contratti, determinando condizioni sbilanciate.
- Affidamento eccessivo e bias da automazione: Le parti possono attribuire un’eccessiva fiducia ai risultati dell’AI, trascurando il necessario giudizio critico umano. Ad esempio, accettare acriticamente i suggerimenti generati dall’AI può per paradosso portare a esiti opposti a quelli auspicati, con l’adozione di condizioni sfavorevoli o l’esposizione a rischi non percepiti.
Una riflessione profonda sui rischi dell’AI: quando la “scatola nera” diventa un buco nero legale
Oltre ai rischi più evidenti, esiste una sfida più profonda e spesso trascurata: l’opacità del processo decisionale dell’AI può generare un vero e proprio “buco nero legale” dove la responsabilità si dissolve.
I sistemi di Intelligenza Artificiale Generativa funzionano come complesse “scatole nere”, fornendo output tramite molteplici livelli algoritmici che persino i loro programmatori spesso faticano a decifrare completamente. Questa opacità pone un problema cruciale per la governance legale: se una clausola contrattuale viene suggerita dall’AI, ma il processo che ha portato a tale suggerimento non è trasparente né verificabile, come possono le parti valutarne davvero l’adeguatezza e i rischi?
Ne deriva un paradosso: sebbene l’AI prometta trasparenza ed efficienza, può contemporaneamente oscurare percorsi decisionali fondamentali, rendendo complesso:
- Identificare le responsabilità in caso di errori o controversie,
- Contestare termini potenzialmente iniqui o parziali generati dall’AI,
- Assicurare il rispetto delle norme legali in continuo divenire.
In sintesi, la “scatola nera” dell’AI rischia di creare un vuoto di responsabilità — un “buco nero legale” in cui i tradizionali meccanismi di controllo, interpretazione e rimedio perdono efficacia.
Per far fronte a ciò è necessaria non solo una supervisione umana più incisiva, ma anche una revisione degli standard legali che imponga la piena verificabilità algoritmica come requisito imprescindibile per l’adozione dell’AI in ambiti giuridici sensibili.
L’insostituibile ruolo del consulente legale esperto
Alla luce di questi cambiamenti radicali e dei rischi nascosti, il supporto di avvocati specializzati in M&A si conferma fondamentale. Ecco come l’esperienza legale tutela il valore e guida i clienti verso un’innovazione responsabile:
- Integrazione su misura dell’AI: Gli avvocati calibrano gli strumenti AI sul contesto legale e commerciale specifico dell’operazione, garantendo conformità normativa e adeguando l’uso dell’AI alla propensione al rischio del cliente.
- Mitigazione dei rischi attraverso la revisione: L’esperienza umana è insostituibile per individuare errori, ambiguità o effetti indesiderati prodotti dall’AI, tutelando i clienti da potenziali responsabilità nascoste.
- Assistenza strategica nella negoziazione: L’avvocato unisce le analisi dell’AI a una consolidata esperienza negoziale per strutturare accordi flessibili e robusti.
- Tutela della privacy e conformità: I team legali negoziano condizioni contrattuali con i fornitori AI e applicano rigorose politiche di protezione dei dati per salvaguardare informazioni riservate.
- Prevenzione e gestione delle controversie: Attraverso protocolli chiari sull’uso dell’AI e tracciabilità, gli avvocati prevengono conflitti e facilitano una positiva integrazione post-transazione.
Best practice per un’adozione consapevole dell’AI nelle operazioni straordinarie
- Mantenere sempre il controllo umano sugli output dell’AI, conservando il giudizio finale in capo ai professionisti.
- Definire politiche interne chiare sull’uso dell’AI, sulla governance dei dati e sul consenso informato dei clienti.
- Investire in formazione continua per aggiornare i team legali sugli strumenti AI e sulle normative in costante evoluzione.
- Promuovere una collaborazione interdisciplinare tra esperti legali, IT e AI per allineare innovazione e principi etici.
Affrontare questa trasformazione richiede non solo un’attenta gestione dei rischi, ma anche una consulenza lungimirante pronta a cogliere le opportunità e le sfide di un panorama legale potenziato dall’AI.
Nonostante il prezioso supporto degli strumenti AI, l’intelligenza umana resta indispensabile per il buon esito di una trattativa. Non c'è dubbio che dialettica, empatia e sensibilità psicologica non sono sostituibili dall'AI, queste doti umane permettono di costruire e mantenere un giusto rapporto tra i legali delle parti, mirando insieme all’obiettivo finale condiviso da venditore e acquirente: concludere con successo l’accordo.
Si può dire che mentre l’AI migliora l’efficienza, è il discernimento umano, di un legale esperto, e l’impegno interpersonale a determinare il successo delle negoziazioni.
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